21 abril 2015

achicoria amarga vs. cerraja


Non so se a voi sta capitando come a me di avere un grande giramento di testa nell'infinito mare di erbe che in questo momento stanno dando il meglio di loro stesse......soprattutto se, come me, non avete una vasta conoscenza in questo campo e poi avete scattato un infinità di foto che non sapete neanche come catalogare!!
In questi giorni, nella mia eterna ed infinita curiosità ed in quel profondo bisogno di dover trovare risposte ai miei dubbi e domande, sto avendo un forte dibattito con le famose "cascigne" ed il tarassaco....e credo che finalmente ne sono venuta a capo tra confusioni linguistiche (sopratutto dialettali), somiglianze e grazie ai miei inseparabili libri dove testualmente si dice che:

 Tarassaco (comunmente chiamato dente di leone)Nome scentifico: Taraxacum Officinale Web:

 



Pianta erbacea perenne,  dalla radice laticifera carnosa, le cui foglie, raccolte in rosetta alla base, sono a forma oblungo-lanceolate, con margine frastagliato, pennato-partita (significa che sono formate da tre o più foglioline di cui una mediana fortemente incisa), con l'apice spesso triangolare.
I fiori sono dei capolini gialli-dorato portati da fusti lunghi anche 30 cm., mentre il frutto è rappresentato dal conosciutissimo ciufetto o soffione. 
I principi attivi sono concentrati nelle foglie e soprattutto nella radice che contiene tarassicina; ricca tra l'altro di ferro, potassio, calcio, magnesio, vitamina A e C.
Ha numerose propietà, pensate che il suo nome in latino significa io guarisco: è depurativa, diuretica, favorisce il deflusso della bile, indicata nelle patologie del fegato e dei disturbi intestinali, consigliata contro la diarrea.
Non è indicato per chi soffre di gastrite o ulcera.
In cucina: oltre che per preparare i decotti, è ottima sia mangiata cruda in insalata sia cotta nelle zuppe, nei ripieni per ravioli e torte salate, nelle frittate e come contorno.
Ho scoperto poi che i suoi boccioli sono ottimi come sostituti dei capperi preparati sott'aceto o anche sotto sale.

   Grespino o Crespigno (in dialetto abruzzese cascigne), Nome scientifico:  Sonchus oleraceus:




Pianta erbacea perenne caratterizzata da radici ingrossate, tuberizzate e da una densa rosetta di foglie basali pelose con margine profondamente sinuoso-dentato, che significa che le foglie hanno incisioni poco profonde, larghe, arrotondate e con denti regolari rivolti verso l’apice. Anche quest'erba in primavera ci dona dei suoi fiori giallo-limone, quasi identici a quelli di tarassaco, con la differenza che il fusto che li porta, anch'esso cavo internamente, arriva a crescere fino a 80-100 cm. e produce un lattice da cui il nome "lattarolo" che anche viene dato a questa pianta.
Il frutto è costituito da un ciuffo molto più piccolo.
Vi sono diverse varietà oltre al grespino comune: il grespino spinoso (Sonchus asper) il grespino sfrangiato (sonchus tenerrimus) ed il grespino dei prati (sonchus arvensis) tutte quante comestibili.
Le sue propietà sono uguali a quelle del tarassaco: depurativa, diuretica e favorisce il deflusso della bile.
In cucina: anche con questa pianta, come per il tarassaco la sua radice veniva raccolta, fata seccare, tostare e macinata come surrogato del caffé. Ed oltre che per preparare i decotti, è ottima sia mangiata cruda in insalata ( con l'accortezza di raccogliere le foglie più teneri nel caso del tipo spinoso! e condimentarla diverse ore prima con tanto aceto) sia cotta in minestre, zuppe, nella "misticanza" e con i fagioli.

Poi ci sono la Asparragine; la Costolina; il lattugaccio; la Radicchiella e........che si differenziano per piccoli dettagli nelle foglie e talmentene impercettibili nei fiori...è da aguzzare la vista...ma di questo ne parleremo l'anno prossimo perché sembra facile guardando il libro, ma ditemi voi se andando per i campi è così semplice riconoscerel fra tante... e allora......

per adesso mi fermo qui!!!!

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